Affrontando la salita posta dopo l’area giochi si raggiunge l’ingresso  ad un esteso ambiente ipogeo. Si tratta di un complesso caveale di tufo e pozzolana.
Il tufo e la pozzolana sono rocce di origine piroclastica, formate cioè dall’accumulo di frammenti di materiali vulcanici che le eruzioni, nelle loro fasi esplosive, strappano dai magmi interni e proiettano sulla superficie intorno alla bocca eruttiva. Di facile lavorazione, tenero e leggero ma compatto e resistente allo stesso tempo, il tufo fu ed è largamente utilizzato, in blocchi, come materiale destinato alle costruzioni. La pietra poteva essere tagliata con una sega apposita. Un altro sistema consisteva nel creare con un trapano dei fori allineati nei quali erano inseriti dei cunei di legno che, una volta bagnati causavano, dilatandosi, la frattura della pietra. Lo sfruttamento delle innumerevoli cave sorte prevalentemente lungo le arterie viarie principali dell’Urbe, all’esterno dell’anello formato dalle mura Aureliane, continuò quasi ininterrotto fino ai nostri giorni.
Il riutilizzo di questi ambienti fu diverso e variegato. Ad esempio i primi cristiani le riconvertirono, a partire dal II-III secolo d.C., in catacombe. Il termine, che deriva dal latino ‘Ad Catacumbas’ (letteralmente “presso le grotte” –  “presso la cavità”) inizialmente stava ad indicare la catacomba di S.Sebastiano, il cui ingresso è alla base di un accentuato avvallamento. In tempi moderni il termine venne generalizzato ad indicare la tipica sepoltura cristiana che tutti conosciamo. Si ricorda comunque che le aree sepolcrali non sono solo cristiane; nel Parco dell'Appia Antica infatti si trovano anche aree sepolcrali ebraiche e pagane. In tempi più recenti le cave vennero riutilizzate come rifugio anti bombardamento o per le brigate partigiane che avevano una importante colonna al Quadraro. Con il passare degli anni l'utilizzo principale è stato come  fungaie e stalle anche se spesso l’attività estrattiva è continuata, in modo sporadico, fino ai giorni nostri.
Oggi le cave sono la tipologia d’ipogeo più diffusa a Roma per estensione, anche se  il loro sviluppo all’interno delle mura Aureliane è comunque limitato a causa dei fitti processi di antropizzazione e urbanizzazione avuti nei secoli. Fanno eccezione le cave sotto il Claudianum al Celio e quelle all’interno del colle del Campidoglio.
Al di fuori delle mura invece, soprattutto lungo le dorsali consolari, esistono  ipogei che si estendono per decine di chilometri, tanto che è difficilissimo conoscere il loro effettivo sviluppo.
Con il boom edilizio degli anni 1960 - 1970, molti accessi sono stati ostruiti dalla costruzione di edifici e sono ad oggi isolati e dimenticati, almeno fino al presentarsi di eventi accidentali franosi, che ne favoriscano nuovamente  l’accessibilità.
Le cave presenti all’interno del Parco sono state utilizzate fino ai primi mesi del 2010 come fungaie per la coltivazione di funghi commerciali. La loro estensione copre uno sviluppo planimetrico lineare di oltre una decina di chilometri. Chi fosse interessato a visitare i sotterranei potrà farlo seguendo la programmazione delle nostre visite guidate indicate alla voce "eventi" nel menù di questo sito web.  

LE VISITE SONO MOMENTANEAMENTE SOSPESE